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Una veglia di preghiera per ricordare tutti coloro che hanno perso la vita sulle rotte delle migrazioni verso l’Europa in cerca di protezione, per sfuggire alla guerra, alle violenze, allo sfruttamento, alla povertà.
- AMBIENTAZIONE:
Si possono esporre alcune foto che ci ricordano la realtà della migrazione
Invocazione allo Spirito o musica meditativa di sottofondo
Si porta processionalmente una semplice croce di legno
Monizione:
Fratelli e sorelle accogliamo la croce. Fissando gli occhi su di lei ritroviamo gli occh i e le mani tese degli uomini, delle donne, dei bambini che hanno perso la vita cercando salvezza. La loro memoria illuminata dal Vangelo sia viva in mezzo a noi e scuotendo le coscienze spinga tutti all’amore, alla compassione, all’accoglienza.
- IN ASCOLTO DELLA PAROLA
Marco 4, 35-41
- RIFLESSIONE
Le immagini pasquali che hanno visto Papa Francesco in preghiera dal sagrato deserto di Piazza S. Pietro sono rimaste impresse nel nostro cuore ed hanno raggiunto i confini della terra. Riascoltiamo le sue parole: “Come i discepoli del Vangelo – ha detto il Papa – siamo stati presi alla sprovvista da una tempesta inaspettata e furiosa quella della pandemia. Ci siamo resi conto di trovarci sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme, tutti bisognosi di confortarci a vicenda.”.
Il Signore Gesù viene incontro a quelli che egli ama mentre sono nella tempesta, come sul Mare di Galilea. Il Signore avanza, con la stessa parola che attraversa tutte le Scritture: “Coraggio, sono io, non abbiate paura”. Camminare sulle acque, dominare le forze oscure e incomprensibili del male: tutto avviene nella fede e nell’accoglienza delle proposte del Vangelo. Proposte che, in alcuni casi, possono apparire difficilmente praticabili. Pensiamo all’amore per i nemici o all’amore e la cura per lo sconosciuto percosso e abbandonato, significati dal Buon Samaritano, ancora straniero a un cristianesimo timido e poco empatico.
Ma tutto è possibile a Dio. Ed è possibile ai discepoli, quando credono e si fidano di lui. I venti contrari sono certo forti e chi più ne soffre sono i poveri: nel tempo della pandemia, come non pensare a chi è costretto nei campi profughi sovraffollati, a chi non vede alcuna via di uscita? In Africa, in Asia – pensiamo ai Rohingya -, nel campo di Moira a Lesbo, già Europa, o chi si accalca alle sue frontiere. Lontano da noi, a Tapachula, di fronte al confine con il Messico. O ai siriani, nei campi libanesi, alle carceri in Libia. O in altri luoghi di dolore. “Di questo tutti abbiamo responsabilità, nessuno può sentirsi dispensato”, ha ricordato Francesco durante l’Angelus di domenica 14 parlando proprio della situazione in Libia. Gesù non è mai indifferente, anzi: salì sulla barca dei suoi amici e la sua presenza calmò le acque. E non dimentichiamo, che, non il vento del Mar di Galilea, ma il vento dello Spirito spinse i discepoli frastornati incontro ai popoli allora conosciuti, parlando una lingua nuova che tutti potevano intender, la lingua dell’amore.
Ancora, papa Francesco, nel Messaggio per la giornata mondiale del migrante e del rifugiato di quest’anno, così esortava: “Dobbiamo imparare a condividere per crescere insieme. … nessuno si salva da solo. Per crescere è necessario condividere”.
- SILENZIO
Nella preghiera possiamo ricordare coloro che sono morti nel tentativo di raggiungere l’Europa : ad ogni ricordo uno tra i presenti accende una candela:
Canto: Kyrie
- Ricordiamo i 40.900 morti e dispersi dal 1990 a oggi nel tentativo di raggiungere il continente Europeo. Insieme a loro ricordiamo i naufragi di cui non abbiamo mai avuto notizia. Lo sanno soltanto le famiglie dei dispersi, che dal Marocco allo Sri Lanka, si chiedono da anni che fine abbiano fatto i loro figli partiti per l’Europa e mai più tornati.
- Ricordiamo gli africani caduti nel Sahara, nei viaggi verso le coste del mediterraneo.
- Ricordiamo coloro che a Lesbo, in Libia, in Bangladesh ai confini con il Myamar, in tanti altri campi soffrono la privazione del futuro e per tutti i caduti alla frontiera tra Messico e USA.
- Ricordiamo tutte le donne umiliate e vittime della tratta, i minori costretti a vivere nella violenza nella guerra, e che tentano soli la fuga dai loro paesi in cerca di salvezza.
- Ricordiamo tutti i morti alle frontiere di terra e di mare della Europa.
… Possiamo anche far risuonare alcuni nomi che conosciamo….
Ciascuno di loro è prezioso agli occhi di Dio, e lui, che non dimentica nessuno, aiuti noi, le nostre comunità di fede, i nostri Paesi, e sostenga la speranza di chi cerca un approdo di bene, di vita, di pace.
- ASCOLTIAMO questo canto di speranza di Zade, Ansam e i bambini siriani :https://www.youtube.com/watch?v=D0kngMUAnHk
Distruzione e fuoco attorno a noi, la nostra ferita è profonda,
vogliamo gridare ma la nostra voce è debole … vogliamo gridare, tutto è possibile. Insieme possiamo sperare …

- PREGHIERE DI INTERCESSIONE
Volgiamo ancora lo sguardo a Dio e imploriamo la sua misericordia: KYRIE ELEISON
Per quanti tra i migranti e rifugiati sono morti a causa della pandemia e la guarigione dei malati perché cerchiamo un approdo di salvezza per tutti a partire dai più fragili e indifesi.
Per la salvezza di chi spinto dalla disperazione nonostante tutto affronta ancora oggi la traversata del Mediterraneo
Per i cristiani che in Medio Oriente e in Asia sono esposti alle persecuzioni, per i mussulmani vittime dell’aggressione fratricida, perché siano disarmate le ragioni dell’odio e si ritrovino le ragioni della pace.
Per ché l’Europa non rinneghi se stessa e il suo umanesimo, perché apra corridoi umanitari.
Per tutti i governanti perché scelgano con sapienza di accogliere e soccorrere.
Preghiamo: Signore onnipotente, Padre di Gesù, ascoltaci, insegnaci a lasciarci generare dalla tua Parola, a riconoscerti quando ti incontriamo nel debole, nell’umiliato nel povero, nel profugo, concedici di resistere al male, e di lasciarci condurre dalla forza del tuo Spirito d’Amore. Amen
- INVOCAZIONE A MARIA « SOLACIUM MIGRANTIUM » – Soccorso dei migranti –
( invocazione che dal 21 giugno è entrata ufficialmente nelle Litanie Lauretane per desiderio di Papa Francesco).
Anna Pagani, ra
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